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L’innovazione corre anche sui pedali

Titolare della Distahl di Mandello, Vittorio Spreafico, in due anni di studio ha perfezionato un prototipo. L’idea partecipa ad una campagna di crowfunding per passare alla produzione: «Abbiamo pensato alla sicurezza»

Cambiare, meglio innovare un prodotto maturo, consolidato come è il pedale della bicicletta. Viene da chiedere: come intervenire su un elemento così semplice?

Pietro Spreafico l’idea di un nuovo pedale l’ha avuta mentre seguiva una gara di down hill. «Sulle mountain bike da discesa (e non solo) - spiega - sono montati pedali con chiodini che servono a bloccare il piede. C’è un però: quando si lascia il pedale c’è il rischio di farsi male con i chiodini». Che diventano sorta di artigli che azzannano i polpacci. In sintesi, il problema è: mantenere l’aderenza del piede al pedale, senza rischiare di tagliarsi i polpacci con i chiodini. Spreafico, che è titolare della Distahl di Mandello, ci ha pensato e ha cercato una soluzione anche sfruttando le competenze che ha in azienda. Distahl , oltre a commercializzare prodotti siderurgici, produce chiodini (pins, in termini tecnici) da applicare alle scarpe. Un prodotto venduto in Svezia dove un calzaturificio realizza scarpe per le piattaforme petrolifere.

Quindi, l’idea parte dai pins che possono essere applicati alle scarpe dei ciclisti. C’è un’inversione progettuale: i chiodini non sono più sui pedali ma sono applicati alle suole delle scarpe. Da qui Pietro Spreafico con l’aiuto di un ingegnere, Giacomo Pirovano, ha cominciato lo studio del nuovo pedale. Due anni di prove, di correzioni, ripensamenti e miglioramenti. Ne è uscito un pedale d’alluminio, al quale viene applicata una cuffia di gomma, sviluppata dalla Vibram, l’azienda varesina che produce suole in gomma per le scarpe. La cuffia, si può chiamare anche cover, aderisce alla perfezione all’anima d’alluminio del pedale. E già così garantisce una perfetta aderenza (che si traduce in spinta) della scarpa al pedale. Se poi alle suole vengono applicati i pins si ottiene un effetto velcro. L’idea è stata brevettata, per la precisione è stato brevettato il modo d’uso del pedale. Il progetto ha richiesto due anni e un investimento di quasi 30mila euro. Il pedale ha anche un nome: “Freection” e un ipotetico prezzo di vendita: 80 euro la coppia, compresi i pins da applicare alle suole. Ora dal prototipo bisogna passare alla produzione industriale. Per questo ulteriore, decisivo passo, Spreafico si è affidato a Kickstarter, una piattaforma internazionale di crowfunding, che è la modalità attraverso la quale si possono raccogliere fondi per prodotti innovativi.

L’obiettivo dell’imprenditore lecchese è raccogliere 25mila euro entro il 15 maggio. Una somma che garantirebbe la messa in produzione del prototipo.

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